la comunicazione con i figli

Parlare e ascoltare, comportamenti normali per ognuno di noi possono diventare aspetti critici nella vita di un genitore. Il dialogo con i figli è uno degli elementi che aiuta il loro sano sviluppo e consente di intervenire in maniera rapida in caso di problemi. Quello che dobbiamo fare è abituarci all’ascolto e al confronto con loro sin da piccolissimi.

I bambini sono parte della famiglia e come tali è giusto coinvolgerli nelle routine familiari e soprattutto nei racconti di vita reale, ciò vuol dire che possiamo raccontare loro cosa abbiamo fatto a lavoro, se c’è qualcosa che ci ha turbato e come lo abbiamo affrontato o se c’è qualcosa di bello che ci è accaduto. Noi siamo il loro esempio e immaginarci in una situazione reale facilita la loro comprensione delle nostre strategie di problem solving avvicinandoli al pensiero creativo e al pensiero critico.

Non racconteremo tutto ma raccontando qualcosa di noi e ascoltando anche i commenti che fanno con attenzione, li faremo sentire più competenti.

Come sottolineato dalla Psicologa R. Andrew per ottenere un buon livello di conversazione con i figli la tecnica migliore è l’ascolto laterale ovvero confrontarsi mentre si è impegnati in altra attività.
Creiamo una routine familiare che possa incentivare il confronto, possa essa avvenire durante un gioco con figli molto piccoli o nell’apparecchiare insieme la tavola o nel fare sport insieme con figli più grandi.

La conversazione libera mette in evidenza la fiducia che abbiamo nel bambino, nella sua capacità di giudizio e nella sua autonomia; Per fare ciò non dovremo fare quindi troppe domande, limitiamo i nostri commenti e assolutamente non diamo giudizi; Ciò però non vuol dire dargli sempre ragione, è importante al contempo aiutarlo a sviluppare un senso critico in merito a quanto accaduto cercando di essere il più obiettivi possibile.

Frasi del tipo : ”capisco questa situazione, tu cosa faresti per risolverla” oppure “ capisco cosa hai fatto, ma secondo te l’altra persona come si è sentita?” sono appunto commenti e domande che possono, senza incalzare, dargli la possibilità di decentrarsi dalla situazione, comprendere l’altro e trovare una soluzione diversa magari da quanto hanno fatto.

Ricordiamo che fino a circa 10 – 12 anni il pensiero dei bambini è ancora molto concreto per questo motivo i nostri esempi e il nostro linguaggio dovrà essere adeguato all’età. Mettiamo sempre in luce quanto di positivo hanno fatto o hanno pensato, ciò aiuterà la loro autostima.

Non facciamo monologhi infiniti ma ascoltiamo!

Veronica cardinale

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